Regina Ciclarum

All’interno dell’Operazione Strabone – geografie tiberine e delle divagazioni raccolte su MappaTevere360, dopo il percorso da Bracciano a Roma, una pagina dedicata alla connessione Viterbo – Lago di Vico – Roma seguendo un tratto della via Francigena (variante Cimina). Il percorso si può esplorare in più giornate sfruttando le stazioni ferroviarie.

Il percorso

Il percorso da Viterbo a Roma ha come obiettivo la scoperta del Lago di Vico e delle ultime tre tappe della Francigena. Si divide nei seguenti tratti (descritti nei sottocapitoli):

  • da ViterboFS a CapranicaFS passando per il Lago di Vico.
  • da CapranicaFS a Campagnano (collegata con CesanoFS)
  • da Campagnano a RomaLabaro seguendo tre tappe della  via Francigena (B21, B22, B23). Percorso ancora da verificare.
  • A RomaLabaro si prosegue  nelle Terre del Nord (a cui si rimanda per ogni dettaglio)

Viterbo – Capranica (1 di 3)

Da ViterboFS a CapranicaFS passando per il Lago di Vico. Il crinale del vulcano e la foresta rendono il percorso difficile, sia per le pendenze che per il fondo spesso sconnesso. La MTB è quasi obbligatoria.

(da ViterboFS a CapranicaFS)

  • La salita da Viterbo fino alla cresta del lago è molto impegnativa. Usciti dalla stazione di Porta Romana, si consiglia un giro per Viterbo (foto360) anche per i rifornimenti (fino al Lago di Vico non ci sono punti ristoro). Già dalla partenza, lungo la strada secondaria del Roncone, si ha un saggio delle pendenze in salita. Poco dopo la chiesetta di S.Maria (foto360) termina l’asfalto e comincia la Francigena Cimina (foto360). Il sentiero presenta pendenze marcate e fondo sconnesso che rende molto difficile rimanere in sella ( foto360). In aggiunta, potreste incontrare ciclisti in MTB che scendono in velocità (NB: chi medita di raggiungere la cresta pedalando sulle strade asfaltate sappia che  sono strette, trafficate e con pendenze significative). In prossimità della cresta la pendenza scende (foto360), si allarga lo scenario alle spalle, ed il bosco lascia spazio ai campi coltivati (foto360). Si raggiunge la cima con una comoda strada bianca (foto360) da seguire fino alla fine, quando sbuca sulla SP39. Si attraversa la strada e si scendono gli scalini, dove inizia la discesa verso il Lago.
  • La discesa dalla cresta al Lago di Vico è in mezzo al bosco. Il sentiero da affrontare richiede molta perizia e una bella MTB a causa del fondo sconnesso (foto360).  La situazione migliora poco più avanti, al primo bivio (foto360), anche se fino alla strada bianca è richiesta molta prudenza (foto360). Con l’arrivo all’area picnic (foto360) termina il tratto più impegnativo. Il bosco monumentale nei pressi merita una sosta. Da qui in poi strade asfaltate secondarie costeggiano il lago di Vico. Per godere la vicinanza con lo specchio d’acqua si consiglia una piccola deviazione per il sentiero “Le Prove” (foto360). Nei pressi si trova un punto ristoro. La strada continua in pianura, costeggiando i famosi noccioleti della tuscia.
  • dal Lago di Vico a Capranica sono strade asfaltate secondarie. Lasciato alle spalle il lago di Vico, c’è da affrontare 500 metri di trafficata strada provinciale Cimina (si segnala l’attacco del sentiero che devia a Ronciglione). Si attraversa la zona residenziale Poggio Cavaliere. Nei pressi della sommità si torna a pedalare lungo i campi (foto360) e si passa accanto al rudere di una villa militare (che nasconde un bunker di epoca fascista per la produzione di armi chimiche di distruzione di massa, segnalazione di Giorgio Latini) fino allo storico  fontanile dove c’è un’area di sosta che racconta di acqua, vie commerciali e generazioni di contadini (foto360). Si scende fino a Querce d’Orlando per prendere la Via Francigena proveniente  da Viterbo. Qui si torna di nuovo su strada bianca. E’ la Doganale Oriolese (foto360 e foto360) che conduce fino a Capranica Scalo FS (dove è possibile tornare a Roma con il treno). Chi volesse invece proseguire dritto fino a Capranica, al bivio deve girare a sinistra su via Oriolese.

(il sentiero sconnesso che scende al lago di Vico, dalla collezione fotosferica Mappatevere360 )

Capranica – Campagnano (2 di 3)

Da CapranicaFS a CesanoFS seguendo la via Francigena (B21, B22, B23) fino a Campagnano. Prevalenza di strade bianche immerse nella campagna. Rifornimenti a Sutri, Monterosi e Campagnano. Tracciato per oltre l’80% su strade sterrate. Non è raro incontrare pellegrini a piedi. Percorso per cicloturisti navigati.

(da Capranica a Campagnano)

Il percorso parte dalla stazione ferroviaria di Capranica Scalo, dove c’è un bar, una fontanella e un supermercato nei pressi. Si prende la provinciale per qualche centinaio di metri, per poi immettersi  nella strada bianca di CapoRipa (foto360, foto360), con cui si raggiunge in leggera discesa la Cassia alle porte della città di Sutri (foto360) e del parco archeologico (foto360). Usciti da Sutri è necessario pedalare per tre km (di cui il primo lungo la trafficata Cassia) prima di tornare su strada bianca, a campo la pera (foto360). Arrivati all’ingresso del golf nazionale, un altro km di asfalto per poi immettersi in via Sutri Vecchia  (foto360)  con cui si raggiunge il paese di Monterosi (da cui si può deviare, percorrendo via Monterosi, per raggiungere il Lago di Bracciano e agganciarsi al Grande Anello della Spiga). 

L’uscita da Monterosi sfrutta il marciapiede dello svincolo (percorso in senso contrario), che immette in un sentiero che costeggia la Cassia (foto360) e permette di arrivare, in tutta sicurezza, in via della Salivotta (foto360) che prosegue in via Cascinone attraversando i campi su un comodo sterrato (foto360). Nell’avvicinamento alle cascatelle di Monte Gelato mettere in conto il traffico veicolare dei turisti, specie la domenica. Scavallato il fiume Treja  (foto360, che confluisce nel Tevere nei pressi di Borghetto, lungo la sesta tappa della futura Regina Ciclovia Tiberina), si torna rapidamente nella campagna silenziosa, attraversando il Parco di Vejo (foto360, foto360) fino a raggiungere il paese di Campagnano (foto360) al termine di una breve ma ripida salita.

Qui ricomincia l’asfalto trafficato della SP13a, da percorrere in salita. Alla sommità, a sinistra si prosegue sulla traccia, mentre proseguendo sulla SP, dopo duecento metri, a destra parte la stradina Costa di Baccano  (che in 10km porta alla stazione FS di Cesano; qui la traccia GPS consigliata da Marco Randomarmotta: 50% su sterrato, il restante su asfaltate mediamente trafficate).

(il sentierino uscendo da Monterosi, dalla collezione fotosferica Mappatevere360 )

Campagnano – Roma (3 di 3)

  • Da Campagnano a Roma seguendo la via Francigena (B21, B22, B23).  Percorso ancora da verificare.
  • A RomaLabaro si prosegue  nelle Terre del Nord (a cui si rimanda per ogni dettaglio)

 

Traccia GPS

(traccia scaricabile via PC)

 

Raccomandazioni

La prima parte, da Viterbo al Lago di Vico, è molto impegnativa. Leggere le note nel capitolo precedente dedicato alla traccia GPS.

> Tutte le info su questo sito ed altrove non sono verità assolute. Non ti avventurare! Le Terre della Regina, immaginate dal basso a ZERO budget, meritano attenzione, rispetto, consapevolezza. Consigli, note, raccomandazioni, scarico di responsabilità nella pagina dedicata. Leggile attentamente. Impiega cinque minuti ora, per risparmiare sventure e contrattempi dopo. segue...

Ringraziamenti

Si ringraziano Fabrizio Rocchi, Giorgio Latini e Marco Randomarmotta per le tracce e i suggerimenti.

Extra

Sentiero “Le prove” sul lago

Un piccolo sentiero lungo lago da fare avanti/indietro per respirare la magia del Lago di Vico. Qui l’imbocco del sentiero.

(una panchina lungo il sentiero, dalla collezione fotosferica Mappatevere360 )

Vico – Orte

Il percorso da Vico ad Orte, segnalato da Mauro di Michele, lungo la Tirreno-Adriatica.

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(nel parco di Vejo, avvicinandosi a Campagnano, dalla collezione fotosferica Mappatevere360 )

“Mi chiamo Isadora Isidori e sono una strega. Come mia madre. A mio padre urlavano: “stregone”. A differenza di loro, io possiedo davvero un gran potere, che non mi so spiegare. Loro conoscevano la natura e i suoi segreti, nulla di più. Li ho visti ardere per mano della Santa Inquisizione, finché sono svenuta dopo un’unica frustata e il loro ricordo è fisso nel dolore che non mostro, dall’età di sei anni quando sono rimasta sola. Da quel momento, tutti gli abitanti di San Martino al Cimino mi hanno sempre schernita e allontanata. Ma la paura che incuto nella gente è la mia forza.” (“La strega innamorata” – di Pasquale Festa Campanile)

la Via Cimina – Viterbo Vico Francigena Tevere
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