sommario
E’ finalmente stato pubblicato il progetto esecutivo del corridoio ciclabile Roma – Mare lungo il Tevere, di competenza di Roma Capitale. Siamo dentro una meravigliosa riserva che coinvolge entrambe le sponde, potenzialmente fruibile attraverso una varietà di esperienze: a piedi, in bici, in acqua….. Il progetto saprà accogliere le diverse istanze che emergono dal basso?
Da Roma al Mare lungo la Tirrenica
E’ finalmente stato pubblicato il progetto esecutivo di Roma Capitale, relativo al corridoio ciclabile che permette di raggiungere il mare di Fiumicino seguendo il Tevere. In particolare, coinvolge l’argine destro dal GRA_Mezzocammino al confine con il Comune di Fiumicino, lungo la Via al Mare.
Siamo dentro la riserva del litorale romano, potenzialmente fruibile attraverso una varietà di esperienze. In bici, camminando, correndo, pagaiando, …. Una ricchezza di interpretazioni e prospettive che richiedono visioni e creatività.
(quanti modi di vivere la riserva?)
Roma Capitale è pronta a questo cambio di paradigma? Il progetto esecutivo accoglierà le istanze di ciclisti, runner, camminanti, …? Quali i dettagli del progetto esecutivo? Quale la tempistica reale?
Dal 2017 i romani hanno (ri)scoperto l’emozione di raggiungere il mare seguendo l’argine del Tevere nella meraviglia della Riserva Naturale del Litorale Romano.
(l’argine destro altezza nuova Fiera di Roma, dalla collezione fotosferica Mappatevere360 )
Diversi siti di interesse lungo il fiume, rendono questo itinerario unico. La fruizione di questi territori è peraltro incoraggiata sia dal Piano di Gestione della Riserva Naturale del Litorale romano (anno 2004) che dal Piano di Assetto Idrogeologico PS5 (anno 2009). Entrambi, infatti, prevedono percorsi ciclabili lungo il Tevere, parchi di affaccio, pontili e un ponte ciclopedonale che connetta le due sponde all’altezza di Dragona-Fiera di Roma.
(il Piano PS5 già prevede ciclabili, ponti e pontili lungo il Tevere)
L’importanza di questo corridoio è riconosciuta anche dal progetto della futura Ciclovia Tirrenica: ciclisti da tutto il mondo, già avvezzi a questa forma di turismo, non vedono l’ora di conoscere l’Italia in sella ad una bici, sulla falsariga di quanto già fanno nel resto d’Europa. Scenderanno lungo la meraviglia del Tirreno, da Ventimiglia, per poi risalire il Tevere fino a Roma.
In bici, passeggiando, correndo, contemplando, pagaiando…. circondati da memorie che hanno tracciato traiettorie millenarie. L’impero romano è passato di qua, lasciando impronte come Ostia Antica e i Porti di Claudio e Traiano. A terra e in acqua, seguendo le anse del fiume, un secolo dopo l’altro, fino ai giorni nostri. Una ricchezza di scenari e prospettive che richiedono visioni e creatività, sulla scia dei progetti di riqualificazione che coinvolgono fiumi e città in Europa e nel mondo. Berlino, Lione, Ginevra, …. i corsi d’acqua tornano nell’agenda delle amministrazioni.
Al momento, il tratto ufficiale lungo il fiume attraversa Roma da nord a sud, terminando al GRA Mezzocammino. Da lì, chi volesse proseguire fino al mare, deve affrontare 15 km di sterrato, lungo la Via al Mare. Tanta è la distanza da percorrere prima di raggiungere il tratto pavimentato di competenza del comune di Fiumicino. Questi 15 km sono completamente selvaggi. Croce e delizia di chi si avventura. Nessun servizio lungo il percorso, oltre alla continua minaccia che la vegetazione riprenda il sopravvento, uno scenario più volte respinto con le esili forze della cittadinanza auto organizzata.
“questo itinerario è già abitualmente percorso da ciclisti che lo utilizzano per raggiungere il mare […] reti di associazioni di cittadini la promuovono spontaneamente.” (Tratto dall’allegato “Relazione di sostenibilità dell’opera”)
Dal 2006 diverse amministrazioni hanno ipotizzato di prendere in custodia questa terra perché sia fruibile da tutti: famiglie, sportivi, turisti, pendolari, …. Anni e proclami con un nulla di fatto. Ora ci sono i 6 milioni e un progetto esecutivo. E’ la volta buona? Quando l’inizio dei lavori? Quando l’inaugurazione del percorso?
Documenti ufficiali
I documenti ufficiali sono scaricabili al link wetransfer riportato nei commenti a questo post…
Osservazioni al progetto esecutivo
La connessione di Roma con il mare sarà una pietra miliare nella storia di una città ingolfata dalle automobili. La Capitale è pronta a questo passaggio epocale? Senza uno sguardo creativo, la realizzazione di un corridoio verde che unisca Roma al suo mare, rischia di rimanere appiattita nel perimetro di vecchi paradigmi. Quante esperienze potrebbero invece essere incoraggiate anche grazie ad una progettazione inclusiva?
Proviamo qui a riportare le diverse istanze che salgono dal basso, auspicando che il percorso riesca – una volta inaugurato – ad accogliere molteplici letture. Non solo ciclisti (e già qui si aprirebbe un mondo), ma anche camminanti, runner, filosofi, pensatori, artisti, pellegrini, … Aiutateci ad arricchire questo capitolo con le vostre riflessioni.
Monitoraggio passaggi
Tra gli obiettivi ambientali fissati dal progetto c’è la “mitigazione dei cambiamenti climatici“ che, tra le altre direttrici di implementazione, prevede anche “l’aumento della mobilità pulita o climaticamente neutra“. Come l’amministrazione intende misurare questo “aumento” ?
Conoscere il flusso di utenti (corridori, ciclisti, camminanti, …) lungo un percorso ciclopedonale al variare del tempo, e’ fondamentale per analisi ad ampio spettro (il tipo di utenza, gli andamenti temporali, gli stili di vita, ….) con le quali impostare e verificare azioni di manutenzione, sviluppo, valorizzazione del percorso interessato. In assenza di centraline ufficiali, le postazioni auto costruite dell’Operazione Euclide hanno provato a monitorare le presenze, ma sono state ripetutamente vandalizzate, costringendo ad abbandonare il monitoraggio dal basso.
Per fortuna in commercio esistono soluzioni testate, tra cui spiccano gli emozionanti totem display, come quello già operativo sulla ciclabile Nomentana. Non c’è motivo di dubitare che un gemello posizionato in direzione mare totalizzerebbe numeri da capogiro, una volta che il percorso verrà inaugurato.
(totem in Trentino)
I Totem conta passaggi sono una realtà consolidata lungo gli assi ciclabili internazionali, come quello operativo in Val Pusteria sulla Monaco-Venezia. Una replica alle porte di Roma sarebbe di buon auspicio, visto che la futura Ciclovia Tirrenica, scenderà da Ventimiglia passando proprio di qua. Un simbolo e un segno tangibile che l’Italia si sta lentamente allineando al panorama Internazionale Eurovelo, che da anni ipotizza ciclopercorsi internazionali a lungo raggio, dalla Spagna alla Russia, da Capo Nord a Malta.
(rete Eurovelo)
In alternativa al Totem, esistono soluzioni completamente autonome e resistenti agli atti vandalici, come quella montata nel 2021 altezza Ponte Milvio (anche se qualcuno dubita sia mai entrata in funzione).
(la centralina a Ponte Milvio)
“Per le colonnine multifunzione si prevede l’installazione di una stazione alimentata da pannello fotovoltaico con accumulo energia, che ne consenta il funzionamento anche nei momenti di non soleggiamento. Le colonnine multifunzione saranno dotate di prese per la ricarica di telefoni ed e-bike con presa elettrica 220V, potenza massima 300 W, e postazione di chiamata SOS, con sistema back-end centralizzato basato su tecnologie Web. La chiamata di emergenza avviene con interfono su linea VOIP e rete dati 4G. Il sistema di ricarica dei telefonini può avvenire sia con ricarica wireless o USB. Le colonnine sono dotate di sistema antifurto e antivandalismo con accelerometri, circuito antimanomissione, sirena e segnalazione a polizia locale. […]” (Tratto dall’allegato “Relazione di sostenibilità dell’opera”)
Accanto alle colonnine multifunzione previste da progetto, ci sarà spazio per una centralina conta passaggi?
Aree sosta
Cestini
“Nelle aree di sosta più grandi si prevede l’utilizzo di tavoli, cestini, rastrelliere e panchine in legno per la sosta ristoro. […]” (Tratto dall’allegato “Relazione di sostenibilità dell’opera”)
La presenza di cestini lungo il percorso è incompatibile con l’assenza di un servizio regolare di pulizia. A questo si aggiunga l’ignoranza di alcuni frequentatori, soliti lasciare i loro rifiuti anche davanti ad un cestino straripante. Emblematica la situazione del Gazebo di Mezzocammino, i cui cestini erano perennemente ingolfati, tanto da scoraggiare qualsiasi sosta. La campagna di sensibilizzazione tentata in passato ha avuto esiti sconfortanti. L’unica soluzione percorribile sembra quella di NON avere cestini.
Itinerari ludico didattici
L’attenzione per le nuove generazioni è un tema scottante in una città come Roma, dove le aree giochi sono poche, deprimenti e mal ridotte. In tal senso, il fiume si presta a costruire itinerari ludico-didattici a misura di bambino. Si veda, ad esempio, quelli installati lungo la ciclovia via del fiume Oglio.
Panchine
Le panchine sono una presenza imprescindibile per offrire spazi di sosta e contemplazione. Alle due aree di sosta previste dal progetto (una a GRA Mezzocammino e l’altra a Ponte Galeria) si aggiungono le pensiline, che da progetto dovrebbero essere una decina, comprensive di panchine. Questo dovrebbe capovolgere la situazione del tratto in gestione al Comune di Fiumicino, dove invece al momento non è presente alcuna seduta.
(panchine fai-da-te al Belvedere Galeria, dalla collezione fotosferica Mappatevere360 )
Postazioni ripara bici
In un tragitto così lungo e selvaggio, una qualsiasi avaria alla bici potrebbe diventare un problema. Vista l’eterogeneità dei frequentatori, molti potrebbero partire senza un kit adeguato di attrezzi, a cominciare dalla pompa. Una colonnina ripara bici, come quella operativa sulla ciclabile Nomentana, potrebbe offrire un primo aiuto a chi si trovasse in difficoltà. Sono previste postazioni lungo il percorso?
Pontili di affaccio e imbarco
Diverse attività organizzate dal basso (tra cui il Fiumicino Paddling Festival) da anni dimostrano che è possibile vivere la meraviglia del fiume, in un tratto selvaggio a pochi passi da Roma. Ma ogni volta è necessario confrontarsi con uno scenario privo di qualsiasi facilitazione: lungo il percorso sono pochissimi (e accidentati) i punti di contatto con l’acqua. Un paradosso, dal momento che il percorso deve la sua esistenza al fiume e all’argine che lo affianca.
(approdo Guarini durante la Festa della Scafa, dalla collezione fotosferica Mappatevere360 )
Eppure sia il piano di Gestione della Riserva del 2004 che il Piano di Assetto Idrogeologico PS5 del 2009 già prevedono pontili di affaccio, senza i quali è difficile pensare di ristabilire una connessione (anche solo visiva) con il fiume. Senza grandi investimenti si potrebbe, ad esempio, cominciare con replicare quelli già presenti sull’Aniene in zona Viale Libia.
Il progetto della ciclovia Tirrenica si dichiara coerente con “l’intermodalità fluviale e marittima“ (Tratto dall’allegato “Relazione di sostenibilità dell’opera”), ma quali soluzioni metterà in campo in tal senso?
Per permettere l’ingresso in acqua, nel corso del tempo sono stati individuati alcuni punti preferenziali: il Pontile Anaconda all’altezza del GRA_Mezzocammino e l’approdo Guarini (geolocalizzati nella mappa sottostante). Utile sarebbe anche adattare il pontile di Ostia Antica, il cui piano di imbarco è attualmente a quasi due metri dalla superficie. Progettato infatti per servire esclusivamente i traghetti turistici, rende impossibile ogni operazione di imbarco/sbarco per chi si volesse avvicinare con canoe, sup, kayak, ….
(gli ingressi fai-da-te nella mappa dell’Osservatorio Tevere)
Oltre alla discesa in canoa e sup, uno scenario da recuperare è rappresentato dai bagni. Magari è presto per replicare quanto avviene a Basilea e Zurigo e quanto accadeva negli anni ’60 anche sotto Castel S.Angelo, ma sono già diversi anni che si tiene il Big Jump nella riserva di Nazzano Tevere Farfa. Se venissero installati pontili anche qui, il Big Jump potrebbe replicare nella riserva del litorale?
(Big Jump a Nazzano, dalla collezione fotosferica Mappatevere360 )
Connessione delle sponde
Chi vive la Riserva, si sarà trovato, almeno una volta, a pensare quanto sarebbe bello poter attraversare il fiume per passare da una sponda all’altra e godere appieno della ricchezza degli ambienti. Da una parte Ostia Antica, l’oasi Lipu, la pineta di Castel Fusano, il lungomare di Ostia, …, dall’altra i porti imperiali di Claudio e Traiano, la necropoli di Porto, …. Da una parte Ostia, Acilia, Dragona, ….dall’altro Fiumicino, Ponte Galeria, Parco Leonardo, la Fiera di Roma, l’aeroporto, ….
(carta della Riserva)
Tanto più che la sponda sinistra ( a differenza dell’altra) al momento non è connessa con Roma, a causa dell’interruzione tra il GRA di Mezzocammino e Centro Giano. Se ci fosse un ponte, si potrebbe pedalare da San Pietro a Ostia Antica evitando il giro tortuoso attuale.
Gli unici punti di attraversamento compatibili con una mobilità dolce sono distanti 20km: il ponte Gra_Mezzocammino da un lato della riserva, quello della Scafa dall’altro (deprimente, sottodimensionato e immerso in un traffico veicolare alquanto pericoloso per chi si avventura in bici).
Ma il Piano di gestione della Riserva, che tra i cui punti cardine elenca la fruizione dei luoghi, già dal 2009 prevede una connessione intermedia con “la realizzazione di attraversamenti dei corsi d’acqua e di approdi, nonché di percorsi per la mobilità lenta (ciclabile-pedonale)“.
L’importanza di una connessione mediana è descritta dal progetto della dorsale Fiera-Mare, che mette in relazione numerosi tracciati ciclopedonali favorendo il collegamento dell’entroterra del X Municipio con la spiaggia di Castel Porziano e le due sponde del fiume. Il progetto è stato adottato nel PUMS e nel Piano di Gestione della Riserva, rappresentando una delle porte di accesso alla Riserva e quindi al Tevere. L’attraversamento consentirebbe di raggiungere la sponda opposta del fiume e quindi di mettere in connessione il X Municipo con Fiumicino: una scelta prioritaria dopo la decisione di realizzare la pista ciclabile sull’argine destro del Tevere.
La connessione è auspicata anche dal progetto esecutivo in oggetto, anche se a leggere il documento, sembra di capire che la patata bollente viene passata ad altri.
“Adottato nel 2022, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (P.U.M.S.) analizza gli scenari attuali della domanda di mobilità nel territorio di Roma Capitale e nei territori limitrofi […] Si nota che il corridoio Roma – Fiumicino è già inserito nello Scenario di Piano, lievemente variato rispetto alla giacitura della Ciclovia Tirrenica oggetto di questo studio, in quanto si prevede uno scavalco del Fiume Tevere (C2-87 Attraversamento fluviale Dragona – Fiera di Roma), già individuato dal PRG, e non il rammaglio della pista esistente nel comune di Fiumicino. Importante, invece, ai fini della strategicità dell’intervento della ciclovia, dallo scenario di previsione, il rammaglio con la Fiera di Roma, la Ricucitura Tevere Sud – Torrino (Parco dei Fumetti) (C2-67) e quello con la riva sinistra del Tevere (C2-86).” (Tratto dalla relazione tecnica)
Il progetto consiste nell’attraversamento del Tevere con collegamento a chiatta tra Dragona-Parco del Drago e la riva destra all’altezza della Fiera di Roma. Un servizio pubblico fluviale a chiatta con funzione intermodale rappresenta un’opera pubblica indispensabile perché definisce il nodo di collegamento delle due sponde del Tevere. L’attraversamento si propone di realizzare una Stazione Fluviale su piattaforma galleggiante multifunzionale ed energeticamente autosufficiente ancorata alla riva destra che dovrà comprendere anche un “bicigrill” per assistenza e supporto alla mobilità ciclopedonale. Sulla riva sinistra, in corrispondenza del parco del Drago è previsto un attracco e un belvedere panoramico ecocompatibile munito di pannelli informativi e punto di osservazione LIPU. Per approfondire: PUMS di Roma Capitale (“C2-87 Attraversamento fluviale Dragona – Fiera di Roma”), Insieme per la Curtis Draconis, Ostia in bici, Studio Structura, Autorità di bacino
La scafa è un elemento iconico che accompagna le vedute sul Tevere e segna passaggi storici, come quello dei ravennati che venivano traghettati a Fiumicino alla fine dell’800. Potrebbe essere una soluzione alternativa al ponte (bellissimo e minimale quello sul fiume Isar), per garantire la connessione delle sponde all’interno della riserva? In Austria, sulla famosa ciclabile lungo il fiume Drava, da tempo hanno compreso la suggestione di questo mezzo.
“Oltre ai ponti Sant’Angelo, Sisto, Quattro Capi e Ponte Rotto, le cosiddette barche traiettizie, agganciate a un cavo teso tra le due sponde assicuravano l’attraversamento in corrispondenza del Porto di Ripetta, e più a valle, tra Via Giulia e Via della Lungara, all’altezza di San Giovanni dei Fiorentini, San Biagio della Pagnotta (il cosiddetto Passo della Barchetta ai Bresciani) e Sant’Eligio degli Orefici, di fronte alla Farnesina. Infine, a Ripa Grande vi era un posto barca detto “al canale”. Questi operatori del fiume vantavano da generazioni diritti perpetui sulle concessioni, dette privative, in cambio di un canone annuo versato alla dogana di Finanza.” (“Il Tevere, infrastruttura storica di Roma”, Anna Laura Palazzo, Ecowebtown)
Pannelli informativi
La Riserva è un ecosistema delicato che presuppone consapevolezza da parte dei frequentatori. Per far conoscere i delicati equilibri che intercorrono tra gli ecosistemi attivi e la pressione antropica, è auspicabile sviluppare lungo il percorso una adeguata narrazione.
I territori si prestano a molteplici racconti . Ecosistema fluviale, epopea della bonifica, mobilità sostenibile, romani e Tevere…. le tematiche si sovrappongono e si nutrono vicendevolmente, a delineare un contesto articolato in cui il piano storico si intreccia con quello naturale, economico, sociale, …, offrendo al passante stimoli di riflessione e approfondimento.
Nel corso degli anni e in uno scenario di generale trascuratezza, la cittadinanza si è mobilitata dal basso recuperando le paline abbandonate e installandone di nuove. Il progetto esecutivo del Comune di Roma contempla qualcosa in tale direzione?
(il pannello al Belvedere Caravaggio, dalla collezione fotosferica Mappatevere360 )
Sfalci periodici
La vegetazione lungo l’argine ha ritmi di crescita vertiginosi, che in primavera impongono ripetuti sfalci, pena la scomparsa del passaggio. La pavimentazione artificiale rallenta ma non risolve questo problema, come sperimentato più volte nel tratto di Fiumicino. Chi si occuperà di tenere la pista pulita?
Le foto della ReginaAnimata mostrano l’importanza delle attività di sfalcio, da programmare periodicamente.
Punti ristoro
Il tragitto da Roma al mare è lungo: non poche persone e famiglie si sono trovate a pedalare avendo fatto male i conti con acqua, viveri, energie. Bellezza ed unicità di questo itinerario continuano a richiamare gente nuova, anche persone che hanno acquistato una bici spinte dal bonus o dalla pandemia, con poca o nulla esperienza. In una domenica di sole, partendo la mattina con calma, una famiglia in bici rischia di affrontare il tratto selvaggio (tra Mezzocammino e Fiumicino) proprio nelle ore più calde.
Del resto, in una città come Roma, dove i percorsi ciclabili scarseggiano, quali potenzialità racchiude un corridoio protetto fino al mare? Mappa Tevere ha superato le 170.000 visualizzazioni e capita ancora – dopo 5 anni che il percorso è gestito dal basso – di incontrare ciclisti che scoprono la Riserva solo ora (post1, post2, post3, post4).
Al momento, i punti ristoro sono rarissimi. Dalla fontanella al Ponte Romano a quella dell’abitato di Ponte Galeria passano 13km. Altrettanti ce ne sono tra Ponte Galeria e Fiumicino. In mezzo, la riserva, che a mezzodì può diventare cocente. I bar a Ponte Galeria e Parco Leonardo sono una opzione, ma costringono a una deviazione che non tutti conoscono o si sentono di fare.
Diventa allora importante offrire punti ristoro lungo il percorso. Ad esempio, la Casina del Monumentale Impianto Irriguo al Belvedere Galeria, da decenni in completo abbandono, potrebbe essere convertita in tal senso?
I contadini potrebbero essere coinvolti nell’allestimento di punti ristoro domenicali. Una occasione perché comincino a vedere la ciclabile come una opportunità e non solo una seccatura. Lo stesso pontile Anaconda era, un tempo, un ristorante.
Staccionate
Le staccionate posizionate lungo il percorso sono una vera dannazione per le attività di manutenzione. Ostacolano infatti gli sfalci periodici (post1, post2) e sono facile preda degli incendi. Quelle installate nel tratto metropolitano, sono scomparse nel tempo. Anche quelle nuove, di pertinenza del comune di Fiumicino, vivono alterne vicende. Cosa prevede il progetto del Comune di Roma in tal senso?
“Data la delicata conformazione dei luoghi, non è possibile proteggere tutti i punti potenzialmente rischiosi con sistema di ritenuta/anti-caduta o recinzioni, ma date le buone caratteristiche geometriche del tracciato, che ha quasi sempre una larghezza minima di 4m, è privo di curve pericolose e garantisce una pendenza a norma, si garantisce comunque un livello minimo di protezione da altri rischi (fisici, ambientali). […]” (Tratto dall’allegato “Relazione di sostenibilità dell’opera”)
Pavimentazione e mezzi pesanti
“La scelta della dimensione trattata con massetto ecologico, ben più ampia della dimensione prevista dalla normativa per le piste ciclabili (2,50 ml), deriva dal fatto che è necessario agevolare il transito dei mezzi meccanici e degli autoveicoli (anche nei due sensi di marcia) e il loro movimento lungo tutta la superficie trattata. Ciò evita che la piattaforma possa danneggiarsi più facilmente a causa dello scorrere delle ruote parte sul massetto ecologico e parte sul rimanente sterrato.” (dalla relazione generale)
L’argine è utilizzato anche dai contadini, se non altro per raggiungere i campi coltivati a ridosso del fiume. Idem per i mezzi pesanti coinvolti negli sfalci periodici. La pavimentazione della ciclabile resisterà al passaggio dei trattori nei punti interessati?
Noleggio biciclette
Un servizio di affitto biciclette lungo il percorso, permetterebbe alle persone di avvicinarsi alla riserva gradualmente, parcheggiando la macchina nei pressi e noleggiando quanto occorre (tra cui tandem, risciò, carrellini, tricicli, …) come già accade altrove (ad esempio sulla Ciclabile dei Fiori a Sanremo o sul fiume Oglio). Non tutti infatti possono partire da casa in bici, tanto più che il bacino di utenza coinvolge tutta la Capitale.
Il noleggio in loco amplierebbe numero e tipo di utenza, tra cui anche famiglie con bambini e persone con ridotta mobilità. Un servizio ben oltre il semplice affitto: una sfida culturale lanciata per cercare di riavvicinare i romani all’uso della bicicletta, una consuetudine prima del boom economico.
Impianto irriguo e bonifica
L’impianto irriguo di Ponte Galeria è stato costruito nel 1930 per garantire l’irrigazione dei campi a nord del fiume, fino ai terreni di Cerveteri Sasso. L’architettura monumentale lo candida a diventare luogo della memoria dell’epopea della Bonifica dell’agro romano. Uno dei temi che contribuiscono a rendere ancora più avvincente le pedalate fino al mare, in linea con i propositi di valorizzazione richiamati nel progetto esecutivo.
“Attraverso la riconnessione alla ciclabile esistente “Castel Giubileo – Tor di Valle”, che attraversa il territorio metropolitano da nord a sud, si viene a creare un asse di collegamento, strategico a livello territoriale, importantissimo per il fine di fruizione lenta ed in sicurezza del paesaggio della Regione. […] Con questa ricucitura, si valorizzano siti ambientali di grande importanza, dalla Riserva del Litorale Romano, a quello archeologico – monumentale del Centro di Roma, fino a ritornare al tessuto rurale extra GRA verso Castel Giubileo. […] Un breve tratto, quindi, questo della ciclovia che va da Mezzocammino a Fiumicino, ma dalla valenza strategica ai fini del raggiungimento dell’obiettivo delle Ciclovie Nazionali: la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e naturale del territorio e la riconnessione alla rete ciclabile esistente. […]” (Tratto dall’allegato “Relazione di sostenibilità dell’opera”)
Attualmente in funzione, è stato coinvolto in una apertura straordinaria durante la settimana Fiab dedicata alle ciclovie lungo i corsi d’acqua.
(Cliccare sui bersagli e guardarsi intorno, foto dopo foto, per esplorare l’impianto irriguo)
> La collezione dei tour360 per immergersi nei luoghi.... dal sofà di casa vostra segue...
Dettagli
In questo capitolo raccogliamo ulteriori informazioni estratte dalla ricca documentazione che accompagna il progetto esecutivo. Segnalateci le vostre riflessioni.
Il regime pubblico degli alvei fluviali
“La normativa di riferimento è il Regio Decreto 25 luglio 1904 n° 523 “Testo unico delle disposizioni di legge intorno alle opere idrauliche delle diverse categorie”. Dalla analisi del provvedimento deriva che gli argini sono di per sé pubblici in quanto “opere pubbliche” realizzate da un soggetto pubblico per finalità di tutela della collettività e dei beni dalla stessa posseduti. […] In virtù della demanialità del fiume e del suo alveo anche gli argini, che rappresentano una parte dell’alveo, e precisamente quella parte che serve a delimitarlo, possono intendersi demaniali. […] La proprietà privata di molte particelle che insistono sull’argine, non rappresenta un elemento ostativo al passaggio della ciclabile in quanto, in base alla normativa vigente, l’utilizzo in termini di “percorribilità” dell’argine deve essere sempre garantito per fini di pubblica utilità indipendentemente dallo stato delle proprietà. […] Oltretutto, per l’interesse pubblico di fruibilità dell’asse ciclabile in funzione dell’estesa dell’intera ciclovia Tirrenica, sarà almeno necessario istituire la servitù pubblica di passaggio sulla strada alzaia, già percorribile dagli automezzi di manutenzione dell’ente preposto. […]” (Tratto dall’allegato “PIANO PARTICELLARE DI ESPROPRIO”)
(PuntoBussola al Belvedere Galeria, dalla collezione fotosferica Mappatevere360 )
Fascia di naturalità
Il Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico, aggiornato al 2015, (Decreto Segretariale n.32/2015) individua all’interno del corridoio fluviale del Tevere, ai fini della tutela idraulica, “fasce e zone di carattere idraulico” come descritto nell’art. 22 delle NTA e nell’elaborato di progetto TAV. P6 Cf. “Assetto idraulico – Fasce fluviali e zone di rischio”. Il tracciato della Ciclovia ricade in zone di rischio classificate: − fascia AA: zona di massimo deflusso delle piene di riferimento in cui deve essere Le aree ricomprese nella fascia AA sono zone di vincolo idraulico ai sensi dell’art. 17 comma 3, lettera f), della legge 18 maggio 1989, n. 183 e del R. D. 25 luglio 1904, n. 523. Ai sensi dell’art. 2 del R.D. 25 luglio 1904 n. 523 in tali aree qualsiasi intervento è soggetto alla disciplina di cui agli articoli 57, 96, 97, 98 del R. D. 25 luglio 1904, n. 23. La disciplina della fascia AA individua, lungo l’asta fluviale, una fascia di naturalità della larghezza di ml. 10 misurati a partire dal ciglio di sponda, che ha quale finalità la restituzione al fiume ed al suo habitat la continuità ecologica. Detta fascia, in corrispondenza di occupazioni golenali conseguenti a concessioni regolarmente assentite, può essere ridotta fino alla larghezza minima di ml. 5.
(Belvedere Galeria, dalla collezione fotosferica Mappatevere360 )
All’interno della fascia di naturalità è vietata qualsiasi trasformazione dello stato dei luoghi, sono ammessi esclusivamente gli interventi idraulici per assicurare la stabilità strutturale delle banchine e la loro continuità, la manutenzione della vegetazione esistente nonché interventi di ripristino ambientale e vegetazionale secondo le pratiche della selvicoltura naturalistica.
Al di fuori della fascia di naturalità, sono ammesse tra le altre, le seguenti attività comunque non in contrasto con la tutela del rischio idraulico e soggette ad autorizzazione ai sensi dell’art. 2 del R.D. 25 luglio 1904, n. 523:
- attività ricreative, sportive e del tempo libero per cui è consentita la realizzazione di volumi strettamente funzionali all’esercizio dell’attività sportiva e ricreativa con il primo piano calpestabile al di sopra della quota della massima piena prevedibile;
- attività legate al tempo libero, sperimentazione e didattica ambientale con particolare riferimento all’agricoltura biologica e all’attività agricola orientata al potenziamento dell’ecosistema faunistico;
- attività legate a manifestazioni culturali ed espositive temporanee.
Nella fascia individuata nell’articolo 22 è fatto assoluto divieto di costruzione, per tutta l’altezza sommergibile, di locali aventi qualsiasi destinazione e di qualsiasi volumetria chiusa. Da notare che il tracciato della ciclovia corre sulla linea di confine tra due aree di tutela dell’area golenale, la zona AA, dalla riva del Tevere al limite dell’argine. Si evidenzia che la strada sommitale dell’argine maestro, proprio per sua natura, si trova al di sopra della linea di piena, fungendo infatti, da contenimento alla quota massima di piena. (dalla relazione generale)
Passaggio sul ponte monumentale del GRA
“Dalla pista esistente in via dell’Equitazione, per raggiungere il Ponte Monumentale di Mezzocammino, lungo il quale è già presente un percorso pedonale protetto di ampie dimensioni, e per tale ragione adatto al passaggio in promiscuo di bici, si rende necessario risolvere il salto di quota esistente con un manufatto.
La soluzione ritenuta più idonea prevede la realizzazione di una rampa protetta da staccionata da ambo i lati, in grado di permettere all’utente di arrivare alla quota del ponte. Sul ponte, il percorso ciclabile sarà evidenziato con il posizionamento di idonea segnaletica orizzontale e verticale.
Al termine del ponte, con una svolta a destra, l’itinerario lascia il sedime del viadotto di Mezzocammino per immettersi all’interno di una strada di servizio che passa sotto il ponte monumentale e l’impalcato del viadotto del GRA e si ricollega, da una parte, ad un’area sulla riva del Tevere precedentemente occupata da una struttura ricettiva, dall’altra ai sentieri di servizio dei campi coltivati e alla viabilità sommitale dell’argine. […]” (Tratto dall’allegato “Relazione di sostenibilità dell’opera”)
Passerella ciclopedonale sul Rio Galeria
“Al fine di mantenere la continuità del percorso, in prossimità dell’impalcato dell’autostrada Roma – Fiumicino si realizza, tra i due argini del Rio Galeria, una passerella di collegamento ad unica campata […] La passerella di progetto è lunga 8m e ricalca la posizione di un ponte di servizio già precedentemente costruito e poi smantellato per poter eseguire lavori di manutenzione. La costruzione della passerella, così come già realizzato dal Comune di Fiumicino in corrispondenza del rio emissario dal Porto di Traiano, permette di mantenere il percorso della ciclovia lontano dalle interferenze con il traffico veicolare, requisito di sicurezza importante ai fini della completa soddisfazione di quanto richiesto dal decreto ministeriale per le ciclovie turistiche. Per la sua realizzazione è necessario comunque il nulla osta dell’Ente Gestore della protezione degli argini, essendo in zona a vincolo idrogeologico. […]” (Tratto dall’allegato “Relazione di sostenibilità dell’opera”)
Barriere architettoniche
“Si raccomanda il rispetto della normativa sulle barriere architettoniche.” (dal Dipartimento Coordinamento Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana – Direzione Urbanizzazioni Primarie – U.O. Opere Stradali nella Relazione generale)
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Extra
dal 2007 ad oggi
Che questo percorso rientri già dal 2019 nella futura ciclovia Tirrenica poco importa. Oltre ai proclami, sembra non si riesca ad andare, e la storia è più vecchia di quanto si possa immaginare. Nel lontano 2007 c’erano in ballo 2 milioni per ufficializzare il tratto da Roma a Fiumicino. Passa il tempo e i fondi raddoppiano: 4 sono diventati i milioni, citati in più riprese (l’ultima volta a dicembre 2021). Siamo nel 2023 e i milioni diventano 6, messi sul piatto per realizzare il tratto entro il Giubileo del 2025.
La Via al Mare rimane una terra di nessuno. Tutto questo in una palese contraddizione con gli scenari di riferimento: il Piano di Gestione della Riserva Naturale del Litorale romano (anno 2004) e il Piano di Assetto Idrogeologico PS5 (anno 2009) entrambi prevedono percorsi ciclabili lungo il Tevere. Nel 2015 l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile mette tra gli obiettivi “città e comunità sostenibili”. Nel 2019 la Commissione europea ha presentato lo European Green Deal che intende rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. Il PNRR Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (anno 2021) e il Piano Generale della Mobilità Ciclistica (anno 2022) vedono nella bici (in ambito urbano e non) un ingrediente fondamentale per la ripartenza.
Tappa 8 da Roma a Fiumicino
L’ottava ed ultima tappa della futura Regina Ciclovia Tiberina. Da Roma al mare di Fiumicino in 55km, una capitale e una riserva naturale. segue…
Riserva Naturale Litorale Romano
> La Riserva Naturale Statale Litorale Romano abbraccia un territorio di 15.900 ettari che si estende sulla costa, dalla marina di Palidoro a Nord fino alla spiaggia di Capocotta a Sud. segue...
Piano Assetto Idrogeologico PAI – PS5
> Per riavvicinare i romani al fiume, all'interno della riserva del litorale romano, il piano di bacino prevede già dal 2009 ciclabili su ambo le sponde, punti di accesso, ponti di attraversamento, pontili galleggianti e parchi di affaccio. segue...
Contratto di Fiume
> il Contratto di Fiume Tevere da Castel Giubileo alla Foce è uno strumento collaborativo di programmazione degli interventi che consente, grazie all’interazione tra enti competenti, esperti e territorio, di definire una strategia condivisa per il miglioramento ambientale e la valorizzazione del fiume Tevere e del suo ambito. segue...
Futura Ciclovia Tirrenica
> La futura ciclovia Tirrenica, che da Ventimiglia raggiungerà Roma risalendo il Tevere. segue...
Biodiversiamo
> Quanti modi di vivere il fiume e le sue terre? Una panoramica delle mille interpretazioni in essere. Monopattino, canoa, risciò, sup, passeggino, gommone, unicorno, ….. c’è solo l’imbarazzo della scelta! segue...
Penso positivo
> Un capitolo dedicato ai progetti di riqualificazione dei fiumi. Uno stimolo a rileggere i luoghi della quotidianita’ andando oltre le brutture che avvelenano, ad elaborare e condividere uno slancio positivo. Questo e’ il contagio che ci piace. segue...
Osservatorio Tevere
> Osservatorio Tevere è un laboratorio operativo per definire insieme con cittadini e istituzioni un progetto efficace e di qualità per le sponde del Tevere nell’area urbana di Roma, alla luce dei nuovi investimenti previsti tra Giubileo 2025 e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – PNRR. L’Osservatorio Tevere è stato presentato a cittadini e istituzioni sabato 25 marzo 2023 in una mattina di confronto e costruzione, presso gli spazi del Macro di Testaccio, nell’ambito degli eventi collaterali alla mostra Roma Periurbana. segue...
Qua la zampa
>Le Terre della Regina invocano la partecipazione di tutti noi. Condividi le tue visioni, seguici nelle giornate in calendario, aiutaci a portare avanti i progetti di recupero e diffusione della futura Regina Ciclovia Fluviale, il percorso verde lungo il Tevere (ma prima leggi le raccomandazioni a terra e in acqua).
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(Fiumicino Paddling Festival, dalla collezione fotosferica Mappatevere360 )