sommario
Una pagina dedicata ai fari di tutto il mondo, alla ricerca di spunti per rigenerare il nostro, addormentato alle Finisterre Tiberine.
(cambio di turno a Wolf Rock, Cornovaglia)
Internazionale dei fari
All’interno dell’Operazione Patronus – racconti dal basso e dopo il Tour Virtuale al VecchioFaro di Fiumicino, una pagina dedicata ai fari di tutto il mondo, alla ricerca di spunti per rigenerare quello addormentato alle Finisterre Tiberine.
Erosione della costa, taglio dei finanziamenti, nuove tecnologie, aggiornamento delle rotte di navigazione…. tutte le nazioni si interrogano su come tenere vivo il patrimonio di storie e mattoni disseminato lungo le coste del pianeta. Fari di tutto il mondo… Unitevi! segue…
Extra
VecchioFaro di Fiumicino
> Il VecchioFaro di Fiumicino da decenni giace abbandonato alla foce del Tevere. Aiutateci a raccontarlo, perchè il guardiano del mare torni a brillare! segue...
Finisterre Tiberine
> la trilogia Gattesca dedicata alle Finisterre Tiberine, termine della futura Regina Ciclovia Tiberina. Riserva del Litorale, Foce, VecchioFaro, Idroscalo, ... quanti tesori intrappolati nella maledizione della LunaNera? Aiutateci a raccogliere memorie e visioni perché questi luoghi tornino a vivere! segue...
Fari, fiumi e ciclovie
Il VecchioFaro di Fiumicino, alla foce del Tevere, non è l’unico faro al termine di una ciclovia fluviale. Andiamo in giro per l’Italia, a scoprire il destino dei suoi fratelli. segue…
Hopper e i fari
Hopper ritrae i fari stagliati nella fotografica desolazione di paesaggi disadorni, vuoti e immobili, come sospesi nel tempo.
Qual è, la risultanza pittorica? La smaterializzazione del tempo e dei sentimenti. Il pennello dell’artista americano mena fendenti che vengono inferti all’anima dello spettatore attraverso la tela. Pochi, come Hopper, riescono a conferire ai dipinti la percezione del silenzio assoluto. Del guardiano del faro non vi è traccia, ma se ci fosse, lo pensiamo da solo, in muta staticità. Nell’immaginario di molti, sia il faro che il guardiano rappresentano un concentrato di solitudine dovuto anche all’ubicazione delle “torri luminose”, spesso lontane da insediamenti urbani, sperdute su inaccessibili speroni di roccia schiaffeggiati da onde ostinate o su aridi promontori privi di vitalità, allungati sul mare.” segue…
Qua la zampa
>Le Terre della Regina invocano la partecipazione di tutti noi. Condividi le tue visioni, seguici nelle giornate in calendario, aiutaci a portare avanti i progetti di recupero e diffusione della futura Regina Ciclovia Fluviale, il percorso verde lungo il Tevere (ma prima leggi le raccomandazioni a terra e in acqua).
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(cambio di turno al Wolf Rock, raccontato anche dall’Istituto Luce)