sommario
Opportunità o flagello?
Siamo proprio sicuri che gli stand d’estate non li vogliamo lungo il Tevere?
La riflessione si insinua nel bel mezzo di una pedalata mattutina in compagnia della Regina, mentre i romani appena sopra, sui viali asfaltati, sono alle prese con il traffico quotidiano.
> Tutti i capitoli della ciclabile che respira segue...
Pedalo a favore di corrente scendendo da Castel S.Angelo verso Trastevere. La ciclabile è deserta, come i tavolini che si affacciano sul fiume. Approfitto per fare qualche scatto e godere di uno scenario insolito: la banchina straordinariamente pulita, come anche le scale che raggiungono il piano stradale.
I banconi sono deserti, altrimenti ordinerei una birra seduto al tavolino, a sorseggiare beato la magia del momento.
Commercio e profitto riescono là dove l’intervento delle amministrazioni arranca (per disorganizzazione, mancanza di risorse, indifferenza).
Basta infatti allontanarsi di qualche metro dall’isola felice degli stand, per ripiombare nei panorami fin troppo sconfortanti di degrado e abbandono a cui siamo abituati da tempo immemore. Basta allontanarsi di qualche mese, per rievocare la tristezza della banchina sotto castel S.Angelo. Teatro della settima tappa DIT 2018, un tratto dove migliaia di turisti ogni giorno si affacciano dall’alto del ponte pedonale per ammirare la “grande bellezza”…..
Se l’obiettivo è di smontare uno per uno gli stereotipi che tengono lontani i romani dal loro fiume, non si può prescindere da una riqualificazione degli spazi sociali, in primis la banchina del tratto metropolitano.
(i romani e il Tevere, appunti e memorie di una amicizia dimenticata)
In questa direzione, ben vengano allora i tavolini d’estate se al momento non ci sono alternative percorribili.
Il trasferimento degli stand in riva sinistra restituirebbe piena libertà ai ciclisti sul lato opposto, condannandoli però a rimpiombare nello squallore.
La faticosa convivenza con staccionate, cavi elettrici e calca serale, potrebbe però essere mitigata e assorbita se i ciclisti vedessero un beneficio futuro: la prospettiva di impegnare parte dei ricavati dell’estate romana nella riqualificazione dell’area.
In tal caso, gli stand, oltre ad offrire per due mesi uno spazio di riconciliazione tra i cittadini e il Tevere, potrebbero alimentare un fondo da cui prelevare, nei mesi rimanenti, le necessarie risorse per il decoro e la fruibilità di questi luoghi.
Petizione
“Da maggio a settembre di ogni anno la banchina destra del Tevere, nel tratto di un chilometro e mezzo tra ponte Sublicio e ponte Sisto, dove corre la pista ciclopedonale del Tevere, è occupata da una manifestazione dell’Estate Romana.” firma la petizione…
Scatti sotto Castel S.Angelo, quando l’uomo lascia lo spazio al fiume e alle sue sedimentazioni.
il Tevere è il fiume del business
“Roma, il Tevere è il fiume del business: per ogni concessione spuntano 15 locali. La Regione ha vietato di “affittare” gli spazi per l’Estate Romana. Eppure gli intestatari (che pagano al massimo 3 euro al metro quadrato) riaffidano le aree a cifre molto più alte. A loro volta pub e discoteche sulle rive guadagnano migliaia di euro.” (da ilFatto quotidiano del 23.8.12, segue…)
Qua la zampa
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(affaccio su Ponte Sisto, dalla collezione fotosferica Mappatevere360 )