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Da Ravenna ad Ostia, per rendere onore ai Ravennati che nel novembre 1884, salirono su un treno alla stazione di Ravenna per raggiungere Fiumicino e successivamente Ostia. Erano gli “Scariolanti”. Coloro che avrebbero dato inizio alla bonifica dei territori a sud di Roma.
(dal post su Facebook)
All’interno dell’Operazione Patronus, dell’Operazione Strabone e delle Divagazioni Tiberine, dedichiamo una pagina al percorso da Ravenna a Fiumicino di Nicola Inversi.
Da Ravenna a Ostia
Tasti, tracce e foto di Nicola Inversi
“Viaggio verso l’Inferno: gli Scariolanti, da Ravenna ad Ostia”
Nel novembre 1884, ben 137 anni fa, un gruppo di 500 braccianti salì su un treno alla stazione di Ravenna per raggiungere Fiumicino e successivamente Ostia. Erano gli “Scariolanti”. Coloro che avrebbero dato inizio alla bonifica dei territori a sud di Roma.
Giunti a Fiumicino, attraversarono l’Isola Sacra per fermarsi davanti al Tevere: lì ad attenderli c’era una nave chiamata “La Scafa” e un vecchio che li avrebbe traghettati sull’altra sponda e che inevitabilmente fu chiamato “Caronte”. E infatti dall’altra parte ad aspettare questi stoici uomini e donne c’era esattamente l’inferno: le paludi di Ostia, una terra inospitale e infestata dalla malaria, pressoché invasa dalle acque del Fiume Tevere. I Ravennati erano gli unici in grado di compiere l’impresa di bonificare quelle terre. È a questi uomini e donne, al loro duro lavoro e sacrificio che dobbiamo la nascita dell’odierna Ostia.
Il progetto “Viaggio verso l’Inferno: gli Scariolanti, da Ravenna ad Ostia” ha lo scopo di raccontare questa bellissima storia e rendere onore ai Ravennati, senza i quali oggi la città in cui vivo e sono cresciuto non esisterebbe. Ho ripercorso dunque il viaggio che i primi pionieri compirono nel lontano 1884 e lo farò in sella alla mia bicicletta, mantenendomi sempre vicino alla tratta ferroviaria da loro percorsa.
Fotoracconto
Tappe
Tappa 1: Ravenna – Cattolica
Si parte da Ravenna poco dopo le 8, accompagnato dalla FIAB Ravenna che ha accolto immediatamente e con entusiasmo la mia iniziativa. Grazie alla loro perfetta conoscenza del territorio, mi accompagnano fino a Faenza su strade secondarie e quasi per nulla trafficate.
Proseguo per un tratto da solo fino all’altezza di Villanova, dove incontro la FIAB di Forlì che mi farà compagnia fin quasi a Cesena.
Da qui si va avanti da solo: ci sono ancora tantissimi chilometri da fare e la mancanza di compagnia e un tratto sulla Via Emilia, iniziano a intaccare il mio morale.
Giunto a Santarcangelo di Romagna, finalmente abbandono la Via Emilia, prendo una strada di campagna deserta e poco dopo passo sotto l’Autostrada Adriatica: si entra in un altro mondo ed imbocco una piacevole sterrata che costeggia il Fiume Marecchia all’interno dell’omonima valle.
Il morale torna alle stelle e scompare anche la stanchezza.
Il sole è già basso e manca poco al tramonto, ma in breve raggiungo Rimini: sapevo che avrei dovuto percorre gli ultimi 20 km circa al buio, ma da qui in poi si prosegue quasi totalmente sulla pista ciclabile della costa adriatica.
È stato tutto bellissimo, la prima tappa l’abbiamo portata a casa!
Mi lascio dietro tanti luoghi e tante persone che sono sicuro un giorno rivedrò!
Tappa 2: Cattolica – Serra S.Quirico
Decido di fare quanti più km possibili perché da programma il terzo giorno si scavalca l’Appennino, la tappa più impegnativa fisicamente: quindi l’intenzione è quella di togliere quanto più dislivello per il giorno dopo.
Così mentre inizialmente mi sarei dovuto fermare a Falconara, l’obiettivo successivo è di arrivare a Jesi, ma alla fine sarà Serra San Quirico la meta finale. Questo mi porterà a fare diversi chilometri al buio e su una strada troppo trafficata.
Si parte da Cattolica: è domenica e nonostante il tempo non certo bellissimo, incontro decine e decine di altri ciclisti. In breve raggiungo Gabicce Mare e qui inizio l’attacco della famigerata Panoramica che arriva fino a Pesaro: in realtà oggi di panoramico non ha niente, la nebbia persistente non mi lascia vedere niente.
Ma è comunque molto bella e vedere tanti grupponi di altri ciclisti per me è come se fosse festa.
Qui è racchiuso gran parte del dislivello, la pendenza non è mai troppo impegnativa ma il peso delle borse si fa sentire.
Supero Gabbice Monte, Casteldimezzo e Fiorenzuola di Focara, dove poco dopo incontro alcuni rappresentanti della FIAB Fano: Gianfranco e Luca. Da qui quasi tutta discesa fino a Pesaro dove ad attenderci c’è Giuseppe, che non solo mi accompagnerà fin quasi a Falconara Marittima ma mi inviterà anche a pranzo a casa sua (da grandissimo cicloviaggiatore qual è).
Sono ben oltre la metà della tappa.
Superata Falconara, imbocco quasi subito la ciclabile Rocca Priora-Chiaravalle: me ne pentirò amaramente, il fondo è molto impegnativo e pedalo su un fiume di fango.
Raggiungo finalmente Chiaravalle ma sto già pedalando al buio da un po’.
Fino a Jesi è una lotta con me stesso, la tentazione di fermarmi è tanta. Inizia a fare davvero freddo, sono stanco e ho fame. Non so come riesco ad arrivare a Jesi (metto un po’ di musica che mi dà un grande aiuto).
Da Jesi a Serra San Quirico è vuoto totale: mi chiudo in me stesso, non ricordo niente di quel tratto.
Arrivo alla stazione di Serra San Quirico: è tardissimo e mi aspettano gli ultimi 2 km per raggiungere il paese che è più in alto, la pendenza dopo 120 km sulle gambe mi sembra tanta.
Raggiungo la Locanda Le Copertelle, il proprietario mi stava chiamando preoccupato.
Porto a casa anche la seconda tappa, ma che fatica.
Tappa 3: Serra S.Quirico – Foligno
Terzo giorno di viaggio: affronto la tappa che più di tutte mi da molti pensieri con già 257 km sulle gambe in due giorni.
Mi preoccupa scavalcare l’Appennino soprattutto in questo periodo dell’anno. Inoltre ci sono molti dubbi sulla reale percorribilità dell’itinerario: mi informo e alcuni locali mi dicono che è tutto fattibile.
In realtà non è così.
Lascio Serra San Quirico tra la nebbia e il freddo, tutta discesa fino alla stazione e da qui in breve si arriva all’ingresso della Gola della Rossa. Purtroppo da tempo c’è un cantiere che blocca il passaggio e l’alternativa è la Statale 76 della Val d’Esino (che ovviamente non prendo nemmeno in considerazione) o la Via della Castelletta (ma anche questa alternativa non da certezze, in quanto potrebbe essere bloccata da cantieri).
Per non rischiare di perdere tempo e rimanere bloccato, decido di passare per il cantiere: sono 500 metri circa, è domenica e non c’è nessuno a lavoro, prendendomi la responsabilità della mia scelta e consapevole di fare una cosa un po’ al limite.
L’ambiente della Gola della Rossa è suggestivo e selvaggio, uno splendore. Poco più di 3 km e si arriva al Ponte Chiradovo con il quale si supera il Fiume Esino, si attraversa la ferrovia Orte-Falconara. Da qui si prosegue sempre nelle vicinanze del fiume e si raggiunge facilmente la stazione di Genga.
Da qui si va verso San Vittore e la frazione di Pianello e si va a sinistra sulla Strada Provinciale di Genga, che passa per Collegiglioni e arriva a Fabriano.
Mi lasico alle spalle un tratto impegnativo e per un po’ pedalo in tranquillità fino a Cancelli, dove poco dopo inizia un altro duro tratto: la salita al Valico Fossato di Vico sulla vecchia strada della Val d’Esino.
Da qui breve e divertente discesa fino a Fossa di Vico (occhio al fondo che è in condizioni mediocri).
Superato il paese, si intercetta la Flaminia raggiungendo con un infinito ed estenuante sali/scendi Gualdo Tadino, Nocera Umbra e Valtopina. Qui altra sorpresa e trovo nuovamente la strada bloccata (Via Flaminia Nord) e sono costretto a percorrere la Nuova Flaminia per 1,5 km, uscendo a San Giovanni Profiamma e arrivando in breve a Foligno.
Tappa 4: Foligno – Orte
Lascio Foligno costeggiando il Fiume Topino su una strada di campagna fin a sbucare su Via Bevagna, con la quale raggiungo l’omonimo paese per una breve visita che vale la pena di fare.
Uscito dal paese, costeggio le mura in senso orario e poco dopo passo sotto Via della Circonvallazione per imboccare la ciclabile Assisi-Spoleto, sempre pianeggiante fino alle pendici di Spoleto: qui inizia la lunga salita prima attraverso il paese stesso, poi lungo la Flaminia per superare il Valico della Somma a oltre 600 metri di quota. In realtà non è il massimo percorrere la Flaminia in bicicletta e infatti non era in programma.
Dopo la Somma inizia la lunga discesa fino a Terni.
Attraverso il centro storico di Terni, quasi del tutto pedonale e con nuove ciclabili, sbuco su Via Venti Settembre e poco dopo prendo la Strada di Santa Filomena, che lascio poco per una strada di campagna (Vocabolo Sabbione).
Riprendo brevemente la Flaminia fino a Narni: qui mi dirigo verso lo spettacolare Ponte di Augusto per prendere la bellissima ciclabile che passa sul tracciato della vecchia ferrovia Orte-Falconara e raggiungo comodamente ed in breve Amelia.
Raggiunta la stazione dei treni, proseguo sulla Via Ortana e successivamente sulla Strada comunale San Liberato, tramite la quale raggiungo l’omonima piccola frazione e il suo lago.
Da qui seguo le indicazioni per Orte e poco dopo concludo la tappa.
Tappa 5: Orte – Fiumicino
Quinto giorno di viaggio e finalmente si vede tanto sole: sarà una giornata fantastica.
Lascio l’alloggio dove ho dormito e ad attendermi c’è Lorenzo che con la sua moto, si farà carico delle mie borse posteriori e me le porterà fino a Roma. Non solo: sul tratto di Tiberina, mi farà anche da scorta proteggendomi dalle macchine.
Arrivo in breve a Orte Scalo: qui secondo incontro, sta arrivando Alessandro da Stimigliano e oggi mi farà da guida lungo un tratto della Via dell’Acqua di cui è l’ideatore.
Percorriamo per qualche chilometro la Provinciale Magliano Sabina, per poi lasciarla ed iniziare a pedalare sfiorando il Fiume Tevere.
Poco prima della stazione ferroviaria di Gallese Teverina, torniamo su strada e la percorriamo fino alla stazione di Civita Castellana-Magliano, dove prendiamo la Flaminia con la quale superiamo il Tevere per svoltare a destra subito dopo sulla Regionale 657 Sabina: da qui in breve passiamo sotto l’A1 e subito dopo prendiamo sulla destra una bellissima strada locale che ci conduce a Foglia, meraviglioso gioiello nella lista dei Borghi Più Belli d’Italia.
Da qui proseguiamo sempre su strade locali e arriviamo a pedalare a fianco della Ferrovia Roma-Firenze per diversi chilometri, passando per Stimigliano Scalo e successivamente per Poggio Mirteto Scalo.
Subito dopo superiamo nuovamente il Fiume Tevere e immediatamente dopo il ponte, entriamo all’interno della Riserva Naturale Regionale Nazzano Tevere-Farfa: breve ma suggestivo tratto lungo il fiume passando alle pendici di Torrita Tiberina e Nazzano.
Qui mi saluta Alessandro e mi attende un lungo e noioso tratto sulla Tiberina, dove spingo al massimo per raggiungere Roma il prima possibile (mi fermo solo per una veloce pausa pranzo con Lorenzo).
Giungo a Labaro verso l’ora di pranzo e da qui imbocco la ciclabile da Castel Giubileo lungo il Tevere fino al Ponte Guglielmo Marconi: da qui vado verso Via della Magliana fino a Ponte Galeria: il programma in realtà era continuare sulla Regina Ciclarum, ma è tardi e devo sbrigarmi così prendo la Portuense.
Il giorno dopo mi attende una giornata pessima con violenti rovesci e vento forte: così decido di non fermarmi a Roma e di proseguire fino a Fiumicino in modo tale da lasciare solo pochi chilometri per l’ultimo tratto del mio viaggio.
Arrivo nella zona commerciale di Parco Leonardo quando ormai è notte.
Tappa 6: Fiumicino – Ostia
Il viaggio volge al termine.
Ho rispettato il programma e la data di arrivo che coincide con l’anniversario dell’arrivo dei Ravennati qui nel territorio tra Maccarese e Ostia.
Il progetto si conclude qui: bellissima esperienza che ha suscitato anche molto interesse in giro.
Dal centro commerciale Parco Leonardo, imbocco il nuovo tratto ciclabile per raggiungere l’argine destro del Tevere e proseguire poi per un tratto sulla ciclabile della Via Portuense.
Alla seconda rotatoria svolto a destra e mi dirigo verso il Corridoio della Mobilità C5 dove c’è un’altra ciclabile che porta verso la darsena di Fiumicino.
Imbocco Via di Torre Clementina e tramite il ponte pedonale, passo sull’altro argine e in breve sono sul lungomare: qui inizia una piacevole ciclabile che termina all’altezza di Via del Porto, che imbocco per raggiungere il vecchio faro di Fiumicino.
Da qui prendo Via Giuseppe Scagliosi, Via Mario Grecchi e svolta in fondo a sinistra su Via Passo della Sentinella sempre costeggiando il Tevere, finisco su Via Costalunga che poi diventa Via Monte Cadria e arrivo al Ponte della Scafa: supero il Tevere e seguo le indicazioni per Ostia Antica (dal ponte prestare particolare attenzione perché spesso trafficata anche a velocità oltre il limite).
All’altezza della Stazione di Ostia Antica, svolto a sinistra su Via della Stazione e quasi al termine di essa, entro nel parco che circonda il Castello di Giulio II: costeggio le mura ed entro a destra nel borghetto medievale, mi dirigo verso la Chiesa di Sant’Aurea e tramite Via del Vescovado, raggiungo la targa commemorativa di Pane e Lavoro.
Da qui vado verso la Via del Mare e poi verso il cimitero di Ostia Antica, da dove parte una sterrata (Via di Piana Bella) con scarso traffico e giungo nella pineta a ridosso di Viale dei Promontori ad Ostia.
Raggiungo Parco XXV Novembre 1884 e successivamente il lungomare dove tramite ciclabile arrivo alla meta del mio cicloviaggio: Piazza Ravennati e il Pontile di Ostia.
Raccomandazioni
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Nicola Inversi
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Bonifica dell’agro romano
> Con la fine della seconda guerra mondiale, il decollo industriale e la migrazione verso le citta’, si chiude il capitolo della bonifica iniziato oltre duecento anni prima. L’eredita’ dei terreni prosciugati viene capitalizzata per nuove economie (abitative, turistiche, industriali, …) Nel frattempo nasce l’ecologia e con essa un ripensamento generale: alle paludi viene restituito “diritto di cittadinanza”, in quanto importanti custodi della diversita’ naturale e attori strategici nella gestione dei regimi idraulici.
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Divagazioni Tiberine
> Dal giro del Trasimeno alla Randonnee delle Regine, dal Grande Anello della Spiga o quello dell'Acqua, tutte le divagazioni per avvicinarsi al Tevere o, al contrario, sconfinare nei territori circostanti. segue...
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