Regina Ciclarum

Pelo randagio o unghie da salotto Libera il miagolio che e’ in te Perche’ una e’ la Regina… ma infiniti sono i suoi Gatti!

Collaboriamo

La Regina ti chiama…… ma non sai come rispondere? Scrivici le tue idee… o fai un giro su questo sito per conoscere gli eventi mensili, i progetti, ….

“In una vera democrazia, è importante che vi sia una netta distinzione tra quello che dev’essere deciso dalla cittadinanza politica e quello che invece dev’essere deciso dagli esperti. L’esperto è competente per l’esecuzione concreta, sulla base dell’incarico ricevuto dalla politica. Alla politica spetta il compito di chiarire quali sono le volontà pubbliche dei cittadini e di formulare una scala di priorità tra i valori esistenti e quelli che si intendono promuovere. Una tale partecipazione cittadina troverà forse voce, inizialmente, a fianco e al di sopra dei partiti.” Lucius Burkhardt

Diamo precedenza ad attività dal basso, che possiamo concretizzare con le nostre energie, ma non tralasciamo il contatto con amministrazioni, uffici tecnici, … convinti che un sano lavoro di rete (orizzontale e verticale) sia condizione imprescindibile per dare concretezza alle nostre visioni.

Fotoracconto

«La forma più comune di bellezza è legata alle relazioni umane. E allora, se non crediamo nell’immortalità del corpo e dell’anima, l’unica trascendenza che ci resta è la traccia che lasciamo nella memoria degli altri. Tanto vale che sia la più bella possibile.»
(Tzvetan Todorov)

Reti collaborative

“Non è sempre possibile restaurare i propri confini
dopo che sono stati turbati e resi permeabili da una relazione:
per quanto ci proviamo, non possiamo ricostruirci
nella forma autonoma che in precedenza immaginavamo di avere.
Qualcosa di noi si trova adesso all’esterno,
e qualcosa di esterno è adesso dentro di noi.”
(Hamid, “Il fondamentalista riluttante”)

Extra

“La gioventù non conosce ciò che può,
e la vecchiaia non può ciò che conosce”
(Saramago, “la caverna”)

Progetto ReginaCiclarum

> Il progetto ReginaCiclarum coinvolge il Tevere e i suoi territori, dalle sorgenti al mare, ad immaginare  quella che sarà la futura Ciclovia Fluviale Tiberina. Quattro regioni attraversate, 400 chilometri  e una moltitudine di geografie culturali e paesaggi umani da raccontare attraverso un sito, giornate aperte al territorio, attivita' di rigener-azione, approfondimenti tematici, .... segue...

Numeri della Regina

> All’interno dei Progetti Gatteschi con cui restituire dignità e promuovere la futura Regina Ciclovia Tiberina, un riassunto delle attività portate avanti in questi anni. segue...

Tras-forma

Indietro nel tempo, tra graffi, scarabocchi ed altre zampate, perchè la rabbia per un territorio abbandonato, offeso, depredato si tras-formi in ispirazione.

“Ci sono italiani disposti ad uscire dalla logica dell’indifferenza e della delega per assumersi la responsabilità della cura dei beni di tutti come se fossero i propri, in un Paese dove da sempre i beni di tutti sono beni di nessuno, alla mercé di chi vuole depredarli e saccheggiarli.
I loro interventi di cura dei beni pubblici dovranno sempre essere in funzione integrativa, mai sostitutiva, dell’intervento pubblico. Ma i cittadini possono contribuire alla cura dei beni pubblici mettendo a disposizione risorse preziose e diverse da quelle delle amministrazioni quali il tempo, le competenze, le esperienze, la conoscenza del territorio, le reti di relazioni personali e le infinite altre risorse materiali ed immateriali nascoste nelle nostre comunità e che normalmente sono utilizzate soprattutto (se non unicamente) nell’ambito privato e familiare.” ( “I custodi della bellezza“, Gregorio Arena)

Qua la zampa

>Le Terre della Regina invocano la partecipazione di tutti noi. Condividi le tue visioni, seguici nelle giornate in calendario, aiutaci a portare avanti i progetti di recupero e diffusione della futura Regina Ciclovia Fluviale, il percorso verde lungo il Tevere (ma prima leggi le raccomandazioni a terra e in acqua).

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“Quando la cultura è intrisa di verticalità e gerarchia, il cittadino vede l’istituzione come espressione del potere arbitrario, piuttosto che come l’esercizio di una funzione di servizio. Il potere arbitrario può fare quel che vuole, e il cittadino deve sottostargli. Le disfunzioni, ma anche le angherie, sono accettate con rassegnazione e fatalità, come se fossero un risvolto inevitabile delle istituzioni. Certo, ciascuno mantiene il “diritto di mugugno”, la facoltà di cimentarsi in un brontolio di scontento che in alcuni momenti si trasforma in una lamentela chiaramente avvertibile, qualche volta invade l’aria. Ma, comunque, questo mugugno è incapace del salto di qualità, di passare dalla disfattista lamentela del suddito alla propositiva richiesta di assunzione di specifiche responsabilità, propria del cittadino.”
(G.Colombo, “Sulle regole”)

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