Una nuova stagione di avvicinamenti al fiume e al suo mondo acquatico… con tutta la bici! 🙂
sommario
Teverina
All’interno dell’Operazione Patronus – racconti dal basso, delle discese del Tevere e di BiodiverSiamo, una nuova stagione di avvicinamenti al fiume e al suo mondo acquatico… con tutta la bici! 🙂
Fotoracconto
Sperimentazioni
Per ampliare le prospettive di riavvicinamento al fiume, a giugno 2018 parte la sperimentazione della bici acquatica. La sede scelta è il lago di Albano.
Consolidati i primi rudimenti, si è deciso di allargare il raggio di azione, spostando le esplorazioni sul fiume Tevere. Dal ponte della Scafa a Ostia, alla riserva Tevere Farfa, per tornare nel cuore della riserva del Litorale, con le varie edizioni di Cuore di Tevere. Il 4 ottobre 2020 c’è stato il TevereDay, mentre il 18 settembre 2022 Teverina ha partecipato alla Settimana Europea della Mobilità Sostenibile.
Videoracconti
Le esplorazioni con Teverina, al cospetto di sua Maesta’ il Tevere.
Raccomandazioni
Le esplorazioni raccontate in questa pagina presuppongono la padronanza del mezzo e la consapevolezza dei propri limiti. Si raccomanda vivamente di avvicinarsi a queste pratiche per passi successivi, in modo da accumulare la necessaria esperienza.
Raccomandazioni
La discesa di un fiume non puo’ essere improvvisata. Una volta lasciato il punto di approdo, per lunghi tratti risulta impossibile recuperare la terra ferma. Rapide e tronchi affioranti possono rappresentare un pericolo. Come anche un meteo avverso (comprese le alte temperature, con rischio di colpi di calore e disidratazione). Seguono alcune raccomandazioni:
- verificare il buono stato del natante (riferirsi alla casa madre per il corretto montaggio ed utilizzo del mezzo; es: video)
- verificare eventuali restrizioni alla fruizione dei luoghi coinvolti nelle esplorazioni
- avvicinarsi gradualmente alla pratica del ciclo turismo fluviale itinerante. Cominciare con tratti brevi, scortati da altre persone (a terra ed in acqua)
- non avventurarsi in luoghi sconosciuti senza aver maturato la necessaria esperienza e preparazione (psicologica ed atletica)
La lunga permanenza su una bici d’acqua (condizione frequente nel turismo fluviale, dove si raggiungono anche intervalli di ore) impone una attenta analisi della postura, per garantire il necessario confort.
E’ infatti da tener presente la necessità di intervallare la navigazione attiva (azionando l’elica) a pause durante le quali recuperare le energie e/o godersi il panorama (anche sfruttando la corrente naturale, se presente).
L’attuale postura (su bici standard) rende impossibile questa possibilità. Si aggiunga inoltre l’eventuale disagio generato dal moto ondoso traverso (specie nei laghi) amplificato dal baricentro alto della Shuttlebike.
Per questi motivi sono state immaginate delle varianti alla attuale soluzione, e siamo in cerca di collaborazioni per implementarle.
Storia
(Ugo Crepaldi)
Una bici acquatica sul lago di Como (archivio Enrico Levrini Como)Dagli archivi dell’Istituto Luce compare una bici acquatica!!!
(tratto da Un popolo di atleti: sport e tempo libero nell’Italia fascista “Correva l’anno” su RaiPlay)
Condivisioni social
#biodiversiamoregina (pagina, Facebook, Instagram)
> Elenco totale dei tag utilizzati nei post su Facebook e Instagram lo trovate nella pagina dedicata ai social gatteschi segue...
(Teverina alla Settimana Europea della Mobilità, dalla collezione fotosferica Mappatevere360 )
Ringraziamenti
Un ringraziamento speciale a Roberto, Andrea e Gianni dei Volontari DIT; Stefano e Simona per le prove tecniche nel Lago di Albano; Giuseppe Spinelli (Gruppo Canoe Roma) e Giulio Tecnomar per l’esplorazione della foce; Alessandro Marrone (la Via dell’Acqua), Pierluigi Capone (Riserva Tevere Farfa), Massimiliano Filabozzi e Andrea Giulivi (media valle del Tevere) per la consulenza nelle Terre Estreme.
Un ringraziamento speciale a Gabriele e al team di ShuttleBike, che mi e’ stato appresso nella personalizzazione del l kit per Teverina Dahon Dash.
Extra
Un Po Di Pedalate
discesa integrale del fiume Po su una bicicletta galleggiante
bici d’acqua autocostruita
Il Barchetto
tratto dal sito della Discesa Internazionale del Tevere segue…
“Quattro giorni durò il Marsciano-Roma con il mezzo anfibio, che si vede nella foto, realizzato dai protagonisti Coletti Teodoro, Bordoni Giuseppe e Fagioli Loris. Questo è il punto di partenza, quello di arrivo sarà Piazza Venezia. Le abbondanti provviste che si notano sull’anfibio andranno perdute quando il mezzo si rovescerà [gole del Forello, prima del lago artificiale di Corbara, gole in cui il Tevere prima della entrata in funzione della diga era impetuoso, NdR], ma dell’avvenimento ne aveva parlato la stampa e quindi lungo il Tevere si era assiepata diversa gente con provviste e bevande. A Ponte Garibaldi c’erano ad attenderli molti romani e fra essi il marscianese Antonio Taravelli con il suo immancabile sigaro.”
Il barchino con il quale Coletti, Fagioli, Bordoni nel 1934 hanno raggiunto Roma via Nestore – Tevere [foto tratta dal libro di Cruciani – Tascini]
Ecco tutta la storia raccontata da Egisto Santantoni di Marsciano:
“Tra il 13 ed il 17 Settembre 1934 si svolse una memorabile avventura che per tanti anni è stata tema di conversazioni ed ammirazione nel nostro paese. Tre nostri concittadini decisero di costruire un barchino ed adattarlo a viaggiare sia via fiume che su strada, era infatti stato corredato con delle ruote il volante e dei galleggianti, per poter arrivare fino a Roma. Il viaggio che era partito dal largo davanti al teatro Concordia si concluse a piazza Venezia . Allora non c’era ancora la diga. I marscianesi che costruirono questa ciclobarca e partirono per quello storico viaggio erano: Teodoro Coletti, Loris Fagioli e Giuseppe Bordoni. Tutto andò bene fino a quando non raggiunsero la gola del Tevere detta del Forello, che si trova oltre il territorio di Todi, dove la barca si capovolse disperdendo così tutte le provviste. Si raccontava che la numerosa gente che affollava le rive del fiume per assistere all’avvenimento avesse provveduto a rimpinguare le scorte con le cibarie che avevano portato per la propria scampagnata fatta per vedere il passaggio dei nostri eroi permettendo così al raid di continuare. Così con alterne vicende i tre ardimentosi hanno potuto raggiungere Roma dove si diceva che ad attenderli ci fosse perfino il duce. Del fatto ne parlò a lungo anche la stampa.
A questo punto ho voluto l’aiuto e la testimonianza del figlio di uno dei tre ardimentosi, Fabiano Coletti figlio di Teodoro, che così mi ha risposto: Caro Egisto, il nome che avevano dato al mezzo era barchetto, e non barchino o canotto come erroneamente riportato da alcuni. Fu costruito in compensato. In metallo era il telaio e le parti in movimento. Lo contribuirono alcuni falegnami e Mancinelli Labindo offrì i pezzi da bici. Il viaggio del barchetto è durato quattro giorni. Partito dal Nestore [affluente del Tevere], entrato nel Tevere (dove al Forello si rovesciò), proseguito sulla via Flaminia, è giunto infine a Roma a Ponte Milvio, per proseguire nelle vie cittadine destando molta curiosità tra gli astanti e problemi alla circolazione, con lo sconcerto dei vigili urbani. Il commento più buffo era stato che i galleggianti vennero scambiati per serbatoi di gasogeno, allora in uso su alcuni automezzi per sopperire alla cronica mancanza di benzina. Ad attenderli c’erano alcuni marscianesi tra cui Taravelli [ex sindaco di Marsciano]. il barchetto fu conservato fino agli anni sessanta. Una coppia di olandesi che discendeva il Tevere verso Roma, dovendo fare delle riparazioni alla canoa, venne a Marsciano e venendo a conoscenza del mezzo anfibio chiese inutilmente di comprarlo. Dopo la riparazione della loro canoa vennero accompagnati da mio padre sul Tevere a Montemolino.”
Discese del Tevere
> Per riscoprire la meraviglia del fiume, scendete in acqua, insieme a noi, seguendo i volontari della Discesa Internazionale del Tevere.
Discese del fiume in canoa, sup, gommone, kayak, packraft, dragonboat, waterbike, …..
segue ...
Biodiversiamo
> Quanti modi di vivere il fiume e le sue terre? Una panoramica delle mille interpretazioni in essere. Monopattino, canoa, risciò, sup, passeggino, gommone, unicorno, ….. c’è solo l’imbarazzo della scelta! segue...
“La sete di sapere dello scienziato moderno non è un mortifero sempre desiderare, una coazione a ripetere, una folla corsa irrefrenabile.
Il cammino della conoscenza è piuttosto un susseguirsi di approdi temporanei; giusto un attimo per inorgoglirsi del risultato conseguito, per poi precipitare subito nel nuovo abisso di ignoranza che ti si spalanca sotto i piedi.
È un navigare di porto in porto, simile a quello che praticavano i primi marinai del Mediterraneo. Un muoversi prudente, che assomiglia a quello incerto dei primi ominidi sulla terraferma, una umanità primordiale e già così curiosa che seguiva l’istinto prepotente che condividiamo con altri primati. Un incedere cauto e diffidente; un annusare e tastare, palmo a palmo, ogni nuovo territorio attraversato.
Eccoci qua, mossi dalla stessa curiosità che ha spinto l’umanità bambina oltre le prime colline che chiudevano la savana; quell’istinto che si annida dentro tutti noi quando continuiamo a chiederci da dove viene la meraviglia che ci circonda.”
(Guido Tonelli, “Cercare Mondi”)
Unicorni
Può l’immagine di un unicorno nel fluire placido della corrente, contribuire a scardinare gli stereotipi che tengono lontani i romani dal loro fiume? segue…
Qua la zampa
>Le Terre della Regina invocano la partecipazione di tutti noi. Condividi le tue visioni, seguici nelle giornate in calendario, aiutaci a portare avanti i progetti di recupero e diffusione della futura Regina Ciclovia Fluviale, il percorso verde lungo il Tevere (ma prima leggi le raccomandazioni a terra e in acqua).
Per rimanere aggiornato, partecipare, proporre….. iscriviti alla newsletter mensile , ai social o dai una occhiata alle ReginaNews con tutte le imprese gattesche. Non lasciarci soli!